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domenica 7 ottobre 2012

Il fiume San Bartolomeo

"Alle falde del Monte Santa Croce, e propriamente a piè della città in una linea leggermente curva per la lunghezza di circa 100 metri, scaturiscono vari fonti di limpide e fresche acque di cui la maggior parte raccoltasi in tre grandi vasche costruite per dar la spinta a tre mulini, discende a formare il grazioso fiume di San Bartolomeo". Così scriveva delle sorgenti del San Bartolomeo (l'antico Durone) Francesco Lucenteforte, nella sua "Monografia di Venafro", nel lontano 1877.

Venafro - Il fiume San Bartolomeo

Le due scaturigini estreme delle sorgenti formano ad oriente la cosiddetta "Fontana Nuova", ad occidente la "Fontana della Grotta", le cui acque possiedono qualità organolettiche eccellenti. Appena a valle delle sorgenti sono individuabili i resti di due mulini, l'uno situato all'estremo lato su della "pescara" grande (il laghetto) e l'altro più a valle dopo il lavatoio, a lato della "pescara" piccola; entrambi erano mulini a "palmento", cioè con macinazione compiuta da due monolitiche contrapposte, di cui una mobile. Uno dei mulini venne adattato agli inizi di questo secolo a centralina idroelettrica, utilizzata per i fabbisogni del paese fino alla Seconda Guerra Mondiale.

Venafro - La Palazzina Liberty con il laghetto (la pescara)

Affacciato sul laghetto vi è il grazioso palazzo Liberty che all'interno ha conservato, al piano terra, un portale cinquecentesco realizzato al tempo di Enrico Pandone. Altro luogo caratteristico è la fontana delle "Quattro Cannelle", vicinissima alla "pescara" grande, punto di ritrovo della Venafro di un tempo.

Venafro - La fontana delle Quattro Cannelle

Il complesso sistema di vasche e canali delle sorgenti di Venafro deriva da "un solo acquedotto, e ciò per opera dei Romani, i quali fecero un'opera di allacciamento completa, rimontando le sorgenti con un lavoro sotterraneo meraviglioso, e coadiuvandosi in tale opera con mezzi pozzi di servizio" (Le Acque di Venafro, Pietro Lucenteforte, 1920).


Venafro - Il fiume San Bartolomeo

Dopo aver raccolto le sue acque nell'alveo, il San Bartolomeo andava a bagnare, fino a qualche decennio fa, "ubertosissimi ortaggi", per andare a raggiungere poi, dopo 11 km., il fiume Volturno, poco oltre Sesto Campano. Le sue acque erano limpidissime e ricche di trote, barbi, epinochi (spinaruoli), rivelle e gamberi di fiume. Il meraviglioso patrimonio di vita e di cultura rappresentato da questo fiume attorno al quale si imperniavano le attività di un'intera città, sono oggi quasi del tutto compromesse, soprattutto a causa dell'urbanizzazione che ha soppiantato i fiorenti e famosi orti di Venafro.

1 commento:

  1. Salve! Qualcuno mi sa rispondere a queste domande: Il fiume Centesimo è lo stesso San Bartolomeo oppure il centesimo è un ruscello affluente del San Bartolomeo? ed il fiume Sesto di cui si parla nei libri di Storia è il san Bartolomeo o un altro? se è un'altro quale fiume è?

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