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domenica 7 ottobre 2012

L'acquedotto romano

Lungo circa 30 km., l'acquedotto venafrano prelevava le acque direttamente alla sorgente del fiume Volturno per distribuirla non solo alle ville urbane ma anche ai lotti cella centuriazione. Purtroppo il condotto, per la sua particolare posizione generalmente a mezzacosta, ha subito nei secoli sia l'erosione naturale che quella umana.

Venafro - L'acquedotto romano

L'opera è realizzata in opera cementicia con le pareti interne ricoperte da intonaco levigato.
La larghezza media del condotto è di circa 65 cm. per un'altezza di 160 cm.
L'uso e la salvaguardia dell'acquedotto erano regolati da un apposito decreto emanato dall'Imperatore Augusto. La lapide su cui sono scolpiti i vari articoli del regolamento, è oggi conservata al Museo Archeologico di Venafro. Alla sua interpretazione si applicarono il Mommsen, l'Henzen ed il Garrucci.

Venafro - L'acquedotto romano

Dal primo articolo ricaviamo la data di costruzione che è antecedente all'impero di Augusto, mentre nel secondo si dispone che i proprietari dei fondi attraversati dal condotto non possono impedire che l'acqua giunga in città e cosi via per giungere infine alla soluzione delle controversie, al pagamento del dazio e al risarcimento di eventuali danni.

Venafro - L'acquedotto romano


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