Powered By Blogger

lunedì 22 ottobre 2012

La Basilica di San Nicandro

La notizia più antica sull'esistenza nel territorio venafrano di una basilica dedicata a San Nicandro risale al 955 ed è riportata nel Chronicon Vulturnense. Come tutti i monumenti importanti anche la basilica di San Nicandro è stata trasformata più volte nel tempo. Essa è stata edificata sui resti di un edificio romano di epoca imperiale, forse un mausoleo funerario. 


Venafro - La Basilica di San Nicandro

Durante i recenti lavori di ristrutturazione, sulla facciata laterale settentrionale, sono venuti alla luce blocchi lapidei che provengono chiaramente da un edificio precedente. Si notano cornici, fregi a girali e lapidi funerarie che si aggiungono agli altri reperti erratici che sono conservati nel chiostro del convento e che, quasi tutti, provengono ugualmente dal luogo di costruzione della chiesa. L'interno della Basilica si presenta a due navate, secondo la tradizione francescana che in genere vuole la navata principale dedicata ai santi titolari e quella minore dedicata alla Madonna. Le pitture sono dell'artista molisano Amedeo Trivisonno e raccontano episodi della vita di San Nicandro. 


Venafro - Interno della Basilica

Alcune immagini fotografiche antiche ci aiutano a capire che la facciata, in origine più semplice, fu trasformata negli anni 60 nella forma attuale secondo una moda allora ricorrente. Il prospetto originale (e per originale intendiamo quello che aveva una forma conclusa) era rettangolare, secondo lo schema tipico del romanico abruzzese, e si concludeva nella parte alta con una cornice rettilinea sulla quale, presumibilmente intorno alla seconda metà del XVI secolo (1573), fu innalzato un campanile a vela incastrato in un timpano spezzato.


Venafro - Particolare della lunetta sul portale d'ingresso

La facciata rettangolare può essere datata intorno alla fine del XIII secolo o agli inizi di quello successivo e su di essa si apriva l'unico portale che ancora vi esiste. Esso, piccolo ma slanciato, presenta una cornice a tutto sesto in marmo bianco venato che racchiude una lunetta con le immagini dei Santi Nicandro, Marciano e Daria. L'architrave poggia su due piccole mensole, mentre le spalle del portale sono costituite da esili colonne con capitelli a motivi fitomorfici. Dieci colonnine radianti, che reggono altrettanti archi acuti formati dalla intersezione di cinque archi a tutto sesto, costituiscono la parte centrale del bel rosone che si apre al centro della facciata con una pronunziata cornice circolare. Le porte di bronzo sono opera di grande pregio dello scultore Alessandro Caetani e raccontano episodi della vita dei Santi Nicandro, Marciano e Daria.


Venafro - Il portale d'ingresso della Basilica

Di notevole pregio anche l'altare maggiore tutto in legno intarsiato e pirografato, opera di fra Bernardino da Mentone (Pietro Campana) che lo realizzò nel XVIII secolo. La pala dell'altare, una delle opere di pittura più importanti a Venafro, fu commissionata al pittore fiammingo Teodoro d'Errico (Dirk Hendricks, 1550-1618) espressamente dai cappuccini subito dopo la loro venuta a Venafro e la creazione del nuovo convento nel 1573. Vi è rappresentata la Madonna con il suo Bambino attorniata dagli angeli ed i Santi Nicandro, Marciano e Francesco.


Venafro - La tomba di San Marciano e Santa Daria

Ai lati del quadro, nelle nicchie, vi sono le statue lignee di San Fedele da Sigmaringa e di San Giuseppe da Leonessa. Al disopra ci sono i quadri dei santi francescani Ludovico e Bonaventura. Nella parte alta l'altare si conclude con una ricca trabeazione lignea al centro della quale il quadro mostra l'Arcangelo Michele, protettore dei Cappuccini di Foggia, che sottomette Lucifero. San Michele Arcangelo, dal volto imberbe e quasi indifferente, è ritratto nella solita posizione dinamica, vestito di una corazza aderente fino al punto di rivelare le piaghe del corpo e di un elmo dalle piume rosse e azzurre, scende prepotentemente dal cielo indicando con l'indice della mano sinistra l'Eterno e brandendo con la destra un fascio di fuoco. 


Venafro - La tomba di San Nicandro

Un ampio mantello rosso che si gonfia verso il basso e le grandi ali piumate che si stanno chiudendo evidenziano l'arresto del volo mentre il piede sinistro schiaccia la gola di Lucifero che, riverso con la testa cornuta e la coda di drago, soccombe insieme ad altri due demoni. 


Venafro - L'altare maggiore della Basilica

Dietro l'altare maggiore vi sono i ritratti degli apostoli. In quello centrale si vede anche San Giovanni Evangelista che tiene un calice con una vipera. L'immagine ricorda che San Giovanni veniva considerato protettore dal veleno per un episodio leggendario raccontato da Jacopo da Varagine nella Legenda aurea. Quando Giovanni giunse ad Efeso gli orafi del tempio di Diana temettero che a seguito della sua predicazione avrebbero perso i loro affari. Aristodemo, gran sacerdote del tempio, impose allora a Giovanni la scelta di adorare Diana oppure di bere un calice di vino avvelenato. Giovanni scelse di bere il vino, ma avendo fatto un segno di croce sul calice, il veleno si trasformò in un serpente che scappò via. Così Giovanni bevve senza alcun danno e Aristodemo si convertì al cristianesimo. 


Venafro - La navata centrale della Basilica

Di fra Bernardino da Mentone era anche il ricco altare intarsiato, andato interamente distrutto, che accoglieva il prezioso Crocifisso ligneo del XIV secolo che ancora si conserva nella navata laterale. Al disotto dell'altare maggiore vi è la suggestiva cripta ove le ossa dei Santi Martiri sono custodite in un sarcofago di pietra racchiuso in una artistica gabbia in ferro battuto. 


Venafro - La vaschetta di raccolta della Santa Manna

Nella parte posteriore della sepoltura è stata ricavata anticamente una vaschetta, ove si raccoglie puntualmente un liquido trasparente che i Venafrani chiamano Manna ed al quale si attribuiscono virtù miracolose. In particolare il fenomeno si ripete nel periodo che anticipa la festa del Santo che ricorre il 17 giugno di ogni anno.


Venafro - L'ingresso della cripta di San Nicandro


La Basilica di San Nicandro è stata restaurata negli anni 1999-2000, con il contributo della Comunità Europea. Il restauro delle pitture e le integrazioni decorative sono del maestro venafrano Giuseppe De Marco.


Venafro - Il pozzo all'interno del chiostro della Basilica




Nessun commento:

Posta un commento